In tutte queste fortunose vicende, quale sia stata la parte presa dal nostro paese non sappiamo. Certo è che solamente molto più tardi della città, ha avuto e goduto di quella libertà e di quei benefici che le grandi città godettero con il costituirsi in Comune. Fu necessario, che prima il Comune di Bergamo si consolidasse, solo così poté adagio adagio, appoggiandosi all'organizzazione ecclesiastica delle parrocchie rurali, agevolare anche la formazione dei Comuni rurali del territorio.
Il Comune di Bergamo, nonostante le lotte interne e con le altre città, divenne sempre più importante, sia per le opere, compiute (sono di questo periodo S. Maria Maggiore, il Palazzo della Ragione, la Rocca, le torri), e sia per l'allargarsi della sua giurisdizione. La città allora facilitò la formazione dei Comuni rurali e, pur lasciando ad essi una certa autonomia, li obbligò a sottostare alla sua giurisdizione e quindi alle sue leggi e ai suoi oneri tributari. Non solo, ma le genti dei comuni rurali dovettero, all'occorrenza, aiutare la città nel compimento di particolari opere, e nella difesa in caso di eventuali invasioni nemiche.
Perché questo ordinamento giurisdizionale fosse più efficiente, Bergamo divise il suo territorio in quattro parti corrispondenti alle quattro porte della città: S. Alessandro, S. Stefano, S. Andrea e S. Lorenzo e ordinò ad ogni Comune di stabilire e di descrivere i confini del proprio territorio, agli effetti della giusta ripartizione degli oneri (attuali imposte dirette) e per l'esatta applicazione del regolamento pubblico.
Quando l'elenco dei Comuni fu pronto, li raggruppò nei quattro quartieri prospicienti le porte della città . Alla Porta di S. Alessandro appartennero i Comuni di: S. Gervasio, Bottanuco, Suisio, Medolago, Solza, Calusco, Carvico, Villa d'Adda, Cisano, Monte Marenzo, Sosta, Villasola, Foppenico, Calolzio, Vercurago, Valle Imagna, Brembilla, Olmo, Mezzoldo, Averara, Foppolo, Val Taleggio, Valsassina, e tutti i Comuni e i Castelli entro questo perimetro.
Il nostro villaggio, quindi nel secolo XII, si strutturò il Comune, determinò i propri confini, entro una superficie di 458 ettari (a nord fino alla proprietà Marcoli, a est fino alla cascina Bianchina, a sud fino a metà strada fra Suisio e Bottanuco, a ovest fino all'Adda) elesse il proprio Podestà, di cui non ci è stato possibile trovare il nome, e si assoggettò a Bergamo.
Alcune delle leggi che guidavano il Comune di Bergamo guidavano presumibilmente anche i Comuni rurali. A Bergamo vigevano tra le altre queste leggi:
- il Podestà deve essere forestiero
- I suoi doveri sono gravi e consacrati da giuramento
- Egli deve provvedere alla difesa della città
- Ogni mese deve fare il resoconto delle spese comunali
- Egli si obblighi a conservare il segreto delle cose del Comune
- I rettori comunali non devono avere familiari che tengano osteria. C'era anche il codice penale che stabiliva confische e pene severissime
- E' delitto l'atto contro l'imperatore
- Sia punito col bando perpetuo e la confisca dei beni chi sfugge al nemico
- Chi ferisce per causa privata abbia la confisca e il bando
- Siano puniti il furto e il consiglio dato ad un bandito
- V'erano anche le prescrizioni edilizie e commerciali
- La piazza grande deve essere lastricata in mattoni
- Sull'Adda e sull'Oglio devono ripararsi i ponti
- Si tenga pulita la conduttura del Lantro
- Il mercato dei buoi e degli asini si tenga in piazza Maggiore
- I sarti e i tagliapelle devono giurare di rendere ai clienti i residui dei tagli
- I macellai non devono vendere carne infetta.
Come si vede, sono leggi che rivelano lo sforzo per rendere facile e serena la vita che ogni cittadino andava costruendo con le proprie mani.
Testi e foto tratti da: SUISIO Appunti di Storia - Burgo Editore.