Non è da credere che dopo i primi decenni tumultuosi della contestata dominazione veneziana, si acquistasse la pace. Purtroppo vi furono ancora periodi dolorosi per Bergamo e il suo territorio, dove i non sopiti rancori di parte non fecero che aggravare la situazione già dolorosa. Dal 1482 al 1484 si ebbe la guerra di Ferrara conclusasi con la pace di Bagnolo, che ebbe riflessi dolorosi anche da noi.

Ma il periodo certamente più doloroso e disastroso fu quello provocato dalla guerra della Lega di Cambrai. Dal 1509 al 1515 Bergamo e tutto il suo territorio fu teatro di guerra, dove il saccheggio, le spogliazioni, le violenze, gli omicidi si susseguirono a ritmo continuo. Dal 1509 al 1512 dominarono i francesi, nel 1513 vennero gli spagnoli, poi arrivarono i tedeschi, in seguito gli svizzeri nel 1515. Tutti si comportarono da perfetti predoni.

Anche Suisio pagò, con tutta l'Isola, il suo gravissimo tributo di sangue e di lacrime. Nel 1509 i francesi, entrati in territorio bergamasco da Brivio, saccheggiarono Villa d'Adda, depredarono Calusco delle biade e delle cibarie e poi piombarono nell'Isola dove primo fra tutti gli altri paesi Suisio fu saccheggiato e messo a ferro e fuoco . Se poi, in quegli anni, non vien più fatto il nome di Suisio come oggetto di barbarie, non è da credere che abbia vissuto giorni tranquilli. Infatti l'isola per la sua posizione strategica di vedetta su una delle vie di comunicazione con la Germania, fu il luogo preferito per gli accampamenti delle soldatesche pronte a piombare contro chi scendeva per quella strada. Fu sempre quindi teatro di sopercherie e di depredazioni. A completare l'opera distruttiva dell'uomo vi furono le pestilenze e le carestie.

Conclusasi la pace, dopo tanto sangue, Venezia abbracciò una politica di neutralità che non abbandonò più. Per più di due secoli il nostro paese non conobbe gli orrori di una guerra.

Ad un secolo di distanza da Bartolomeo Colleoni si pose sul tappeto un'altra volta l'eterno problema dell'irrigazione dell'Isola. Nel 1577 Lodovico Mainoni propose di derivare dal Brembo due canali, uno per l'irrigazione dell'Isola, e uno per la navigazione interna, ma il governo impegnato nelle fortificazioni, non diede esecuzione all'opera. Così la gente della pianura continuò a vivere nella più grande povertà. Allora molti emigrarono e gli altri rimasero, a lavorare nel campi e nelle industrie della lana, della seta e dei minerali. Nell'Isola in quel tempo, sorsero alcune filande e l'industria della seta dava al nostro paese una buona rendita, dopo quella del vino.

 

Testi e foto tratti da: SUISIO Appunti di Storia - Burgo Editore

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